Nel 2024 oltre 3,3 milioni di eventi, 253,5 milioni di spettatori e una spesa superiore a 4 miliardi di euro confermano la vitalità del comparto. I Concerti trainano l’economia dello spettacolo, ma è il Teatro a registrare l’incremento di pubblico più alto. Boom di spettatori nel Jazz.
Salvatore Nastasi, Presidente SIAE
“Da oltre centoquarant’anni, SIAE è impegnata nella tutela e promozione del diritto d’autore, a salvaguardia degli interessi dei creatori. Nel 2024 celebriamo un anniversario importante: cento anni dalle prime rilevazioni sistematiche sullo spettacolo in Italia. Un secolo di dati che fotografano l’evoluzione del panorama culturale nazionale, ma anche il ruolo della Società nell’attività di documentazione, volta ad offrire informazioni di contesto ad uso di cittadini, operatori e decisori politici”.
Matteo Fedeli, Direttore Generale SIAE
“I dati del 2024 restituiscono un’immagine complessa dello spettacolo dal vivo in Italia. Gli incrementi registrati nell’ultimo anno (+6% di spettacoli, +2% di spettatori, +2% di spesa) sono segnali positivi, ma ancora parziali. Ci troviamo davanti ad una fase di transizione, in cui il settore sta cercando nuovi equilibri, ridefinendo linguaggi, formati e abitudini. Ed è proprio nei momenti di trasformazione profonda che diventa essenziale leggere con lucidità i segnali deboli, senza forzare interpretazioni rassicuranti. In uno scenario sempre più articolato e competitivo, la tutela del diritto d’autore richiede strumenti all’altezza delle sfide. Per questo, SIAE ha avviato un percorso profondo di trasformazione, che mette al centro l’innovazione tecnologica come leva strategica, non come fine”.
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Rapporto SIAE 2024
Il 2024 è stato un anno di conferme e trasformazioni per il settore dello Spettacolo in Italia. Il Rapporto SIAE 2024 fotografa un comparto in salute e in evoluzione, con 3,37 milioni di spettacoli realizzati (+6,15% rispetto al 2023), 253,5 milioni di spettatori (+2,25%) e una spesa complessiva che ha superato i 4,02 miliardi di euro (+1,94%). A fronte di un lieve calo della spesa media per spettatore (15,83 euro, -0,3%), il dato complessivo indica una crescita fondata sull’aumento della partecipazione.
Lo scenario 2024 conferma il superamento della fase post-pandemica e l’ingresso in una nuova normalità. Tuttavia, il pubblico medio per spettacolo si è ridotto (75,2 spettatori, -3,7%), segnale di un sistema che privilegia eventi di scala più contenuta e diffusa, a scapito delle iniziative di massa. Un nuovo equilibrio, dunque, fra quantità e densità della fruizione.
L’offerta resta fortemente concentrata nel settore cinematografico, che rappresenta l’81% degli spettacoli totali (2,7 milioni), ma raccoglie solo il 29% del pubblico e il 13% della spesa. All’opposto, lo sport, con appena il 2% degli eventi, attrae il 15% degli spettatori (38,1 milioni) e genera il 21% della spesa. Ma è la musica dal vivo a trainare l’intero sistema economico: i concerti rappresentano il 2% degli eventi, ma coinvolgono 29 milioni di spettatori (11% del totale) e producono il 25% della spesa, primo settore in assoluto.
Nel dettaglio, i concerti pop-rock raccolgono l’83% del pubblico, ma crescono anche generi come il jazz (+18,6%) e la musica classica, che si distingue per una distribuzione stagionale più uniforme.
Il Teatro si conferma un pilastro importante: registra un +4,5% di spettacoli e l’incremento di pubblico più alto del macrosettore (+7,2% e 28,3 milioni di presenze), mentre discoteche e sale da ballo, con il 6% dell’offerta, attirano il 13% degli spettatori.
Il 2024 ha visto una forte ripresa del cinema tra i giovani: grazie anche al successo dei film d’animazione e a iniziative come Cinema Revolution, attive durante i mesi estivi.
La Lombardia guida la classifica regionale con 620.000 eventi (18% del totale nazionale), 53,6 milioni di spettatori (21%) e 1 miliardo di euro di spesa (oltre il 25%). Seguono Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna, che insieme rappresentano quasi il 60% della spesa complessiva.
Tuttavia, emergono segnali positivi anche da aree meno centrali. In termini di crescita percentuale di spettacoli, si distinguono il Friuli-Venezia Giulia (+9,5%), l’Abruzzo (+10,4%) e la Basilicata (+7,5%). Per aumento di partecipazione svettano Molise (+10,1%), Abruzzo (+7,8%) e Valle d’Aosta (+5,9%). Il Nord-Est mostra le performance migliori (+9% eventi, +4,5% pubblico), mentre il Centro Italia, pur crescendo nell’offerta (+7,9%), registra un aumento più contenuto della partecipazione (+1,3%).
Si consolida la destagionalizzazione con eventi diffusi durante tutto l’anno, anche in settori stagionali come la musica leggera, i festival o i parchi divertimento.
In sostanza lo Spettacolo in Italia ha dimostrato capacità di adattamento, ma restano sfide strutturali. È necessario intervenire per ridurre i divari territoriali, garantire la sostenibilità economica degli operatori in un contesto di inflazione e margini compressi, e affrontare l’evoluzione del pubblico, sempre più selettivo e alla ricerca di esperienze di valore.
Speciale Musica
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La musica dal vivo si conferma protagonista assoluta della scena culturale italiana nel 2024. I Concerti hanno registrato una crescita significativa su tutti i fronti: 65.515 spettacoli (+6,3% rispetto al 2023), 29 milioni di spettatori (+2,9%) e una spesa complessiva record di 989,3 milioni di euro (+1,4%).
Nonostante un leggero calo della spesa media per spettatore (-1,5%), che si attesta a 34,13 euro, il settore ha mostrato grande vitalità, con incrementi particolarmente marcati nel Centro Italia (+10% di spettacoli), trainato da Lazio (+18%) e Umbria (+13%).
Il 2024 ha segnato un cambio di paradigma nella geografia dei concerti: la distribuzione si è fatta più capillare, andando oltre i tradizionali grandi centri del Nord. A fianco dei grandi eventi negli stadi, è cresciuta l’offerta di concerti di medie e piccole dimensioni, soprattutto in territori fino a poco tempo fa marginali, generando un effetto positivo sul turismo e sull’economia locale.
Le regioni con i maggiori numeri di spettacoli sono: Lombardia: 18% degli spettacoli (oltre 7.100 concerti), Emilia-Romagna: 12%, Piemonte: 9%, Lazio: 8%, ma con la spesa media più alta (42.900 euro per spettacolo).
Il Mezzogiorno mostra ottimi risultati di partecipazione media, con Campania (803 spettatori medi per spettacolo), Sicilia (705) e Puglia (676) ai vertici, dimostrando come i grandi eventi nelle regioni del Sud stiano acquisendo sempre più rilevanza.
Pop, rock e leggera: rappresentano il 59% degli spettacoli e raccolgono l'83% del pubblico, con oltre 24 milioni di spettatori e 898,9 milioni di euro di spesa. La Lombardia guida per numero di spettacoli, spesa e spettatori, seguita da Lazio, Emilia-Romagna e Campania.
Musica classica: 19.463 spettacoli (+2,8%), 3,67 milioni di spettatori (+6,1%), con Toscana e Lazio leader per numero di eventi. La Toscana, in particolare, spicca per la spesa media più alta (49,87 euro a biglietto) e per festival di rilevanza nazionale come il Maggio Musicale Fiorentino.
Jazz: cresce del 6,9% con oltre 7.100 concerti e +18,6% di spettatori. In termini di partecipazione estiva, l’Umbria domina grazie a Umbria Jazz, con una partecipazione media altissima (fino a 625 spettatori a luglio). Altri territori di punta per il jazz sono Sardegna, Sicilia e il Centro Italia.
L’estate resta il cuore pulsante della stagione musicale, con il 45% dei concerti tra giugno e settembre. Luglio è il mese più attivo (oltre 9.100 spettacoli) e il più affollato. Tuttavia, il 2024 ha mostrato anche un aumento degli spettacoli in inverno (+14,4% tra gennaio e febbraio), con un sorprendente +33,7% di pubblico nei mesi freddi, segno di una destagionalizzazione in atto.
Nel segmento dei “Grandi Live” (oltre 5.000 spettatori e 100.000 euro di incassi), si registrano: aumento del 5,9% degli eventi, calo degli spettatori (-10,4%) e della spesa (-7,5%). Crescita di concerti in palasport (+23%) e spazi all’aperto (+27,5%), mentre gli eventi negli stadi calano (-22%).
Trentino-Alto Adige, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia primeggiano per numero di concerti rispetto alla popolazione. Molise e Abruzzo concentrano l’80% dei concerti in estate, contro il 48% del Nord-Ovest. Campania e Sicilia registrano altissime affluenze estive grazie a festival e concerti nei grandi spazi urbani. L’Umbria è l’unica regione dove il jazz supera pop e rock come pubblico medio.
Speciale Cinema
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Il Rapporto SIAE 2024 restituisce una fotografia dettagliata del settore cinematografico italiano, che, pur tra contraddizioni e sfide strutturali, conferma segnali di tenuta e vitalità.
Nel corso dell’anno, il numero di spettacoli cinematografici è aumentato del 6,4%, raggiungendo quota 2.743.414, mentre il numero di spettatori è rimasto pressoché stabile (-0,8%), con 73.476.500 presenze in sala. La spesa complessiva ha segnato una lieve crescita dello 0,6%, arrivando a 539,5 milioni di euro. La spesa media per spettatore ha raggiunto i 7,34 euro, in aumento dell’1,4% rispetto all'anno precedente, poco oltre il tasso di inflazione nazionale.
Un dato, tuttavia, evidenzia una certa fragilità: l’incasso medio per spettacolo è sceso del 5,4%, segnale di una frammentazione dell’offerta e di una ridotta redditività per singolo evento, nonostante il maggior esborso individuale.
In un mercato fortemente condizionato dalla crescente diffusione delle piattaforme streaming il pubblico giovane rappresenta un’inaspettata leva di rilancio. Film d’animazione e blockbuster fantasy hanno attratto in sala i nativi digitali, con una crescita significativa: +13% di presenze tra i 15-24 anni e +31% tra gli under 14, secondo i dati Cinetel. Un'inversione di tendenza che sfata il mito della “generazione streaming”, con il 60% degli 11-14enni che frequenta il cinema almeno una volta al mese.
L’analisi stagionale mostra una forte concentrazione di spettatori nei mesi di dicembre (9,9 milioni) e gennaio (8,9 milioni), con picchi medi di affollamento fino a 35,4 spettatori per proiezione.
Molto positivo l’impatto della campagna ministeriale Cinema Revolution, che ha proposto proiezioni di film italiani ed europei al prezzo agevolato di 3,50 euro dal 14 giugno al 14 settembre, registrando un +3,9% di presenze rispetto al 2023. Il 52% degli spettatori estivi è rappresentato da under 24, con un boom del +71% tra gli under 14.
L’analisi regionale rivela un'Italia a più velocità: Lombardia prima per spettacoli (18%), spettatori (20%) e spesa (20%), seguita da Lazio (14%-13%-13%) ed Emilia-Romagna (8%-10%-10%).
Rapportando i dati alla popolazione, svetta il Lazio con 66 spettacoli ogni 1.000 residenti, seguito da Umbria e Friuli-Venezia Giulia (64). Le regioni più “cinefile” sono Lazio (1,66 spettatori per abitante), Emilia-Romagna (1,63), Lombardia (1,43) e Friuli-Venezia Giulia (1,29).
In termini di affollamento medio per evento, il primato va al Trentino-Alto Adige (35,3 spettatori per spettacolo), seguito da Emilia-Romagna (32,1) e Veneto (31,9).
In coda il Molise (27,1), che però registra una delle più basse presenze complessive a causa della scarsa diffusione di schermi (2,2 ogni 1.000 km²).
Nel 2024 si contano 2.441 strutture e 4.727 schermi (+0,8%), con 1.709 organizzatori attivi (+0,9%). La Lombardia ospita il maggior numero di organizzatori (386), seguita da Lazio (148), mentre il Molise ne conta solo 7.
Il cinema italiano resta a prevalenza monosala: 1.768 strutture su 2.441 (72%), con il 37% degli schermi e il 12% della spesa complessiva. I multiplex, pur rappresentando solo il 6% delle strutture, attraggono il 53% della spesa.
Speciale Teatro
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Il Rapporto SIAE 2024 conferma la vitalità del settore teatrale italiano, che ha registrato segnali concreti di crescita e trasformazione. Il comprendente Prosa, Lirica, Balletto, Musical, Arte varia, Burattini e Marionette, e Circo, ha contato 153.014 spettacoli (+4,5%), 28,2 milioni di spettatori (+7,2% l’incremento maggiore tra i tutti i sotto-comparti dello Spettacolo) e una spesa complessiva del pubblico pari a 578,6 milioni di euro (+7%).
Oltre ai dati economici e di partecipazione, il rapporto mette in luce le differenze regionali e il radicamento territoriale delle diverse forme di spettacolo teatrale, offrendo una fotografia articolata della distribuzione geografica dell’offerta e della domanda.
Prosa
La prosa domina il panorama teatrale italiano, con 94.772 spettacoli (+4,9%) e oltre 16,5 milioni di spettatori (+8,6%), incidendo per oltre il 60% dell’offerta e il 59% del pubblico teatrale complessivo. evidenzia un settore vivace, dove convivono tradizione e sperimentazione: dal teatro immersivo e phygital alla diffusione di contenuti digitali e format ibridi come il “teatro dei giornalisti”, fino all’uso dell’intelligenza artificiale in fase creativa, la prosa si apre a nuovi linguaggi e modalità di fruizione.
Sul piano territoriale, la Lombardia, il Lazio e l’Emilia-Romagna si confermano le prime tre regioni per offerta, partecipazione e spesa. La macro-area Nord-Ovest guida per numero di spettacoli (26%), seguita dal Centro (25%) e dal Nord-Est (21%). Sud e Isole si attestano rispettivamente al 17% e al 10% degli spettacoli.
Ma il dato più significativo è quello della partecipazione rapportata alla popolazione residente: con 1,6 spettacoli ogni 1.000 abitanti a livello nazionale, il Centro Italia guida la classifica (2,0), seguito dal Nord-Est (1,7). Il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige si distinguono per la maggiore densità di offerta (2,3 spettacoli per 1.000 abitanti), mentre il Molise si ferma a 0,7.
Le regioni del Sud faticano maggiormente, con una media di 203 spettatori ogni 1.000 abitanti, tutte sotto la media nazionale di 281.
Lirica
Il 2024 segna per la lirica una sostanziale tenuta, con 2,88 mila spettacoli (-2,3%), 2,13 milioni di spettatori (-0,8%) e una spesa pubblica di 110,4 milioni di euro (-1,1%), dati influenzati dallo spostamento dell’offerta verso il balletto da parte delle fondazioni.
Il comparto si concentra fortemente in alcune regioni: Lombardia (14% degli spettacoli), Emilia-Romagna (12%), Lazio (10%), Sicilia (9%) Veneto (9%).
Se si considera il rapporto spettacoli/popolazione, al primo posto c’è il Friuli-Venezia Giulia (13,7 spettacoli per 100.000 abitanti), seguito da Marche (9) e Liguria (8,9).
In estate, grazie ai grandi festival come l’Arena di Verona, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Festival della Valle d’Itria e il Macerata Opera Festival, la partecipazione esplode: luglio e agosto concentrano oltre il 22% degli spettatori annuali, con una spesa media unitaria che in agosto supera i 69 euro e tocca gli 81 euro in Veneto.
Musical e Rivista
Con 2.664 spettacoli (-3,6%), 1,6 milioni di spettatori (+9%) e una spesa di 57,3 milioni di euro (+17,2%), il comparto Rivista e Musical resta fortemente geograficamente concentrato: Lombardia (24% degli spettatori), Lazio (20%), Campania (8%).
La partecipazione media (600 spettatori per spettacolo) è tra le più alte del macro-aggregato, in particolare in Friuli-Venezia Giulia (883) e Lazio (809). Tuttavia, sette regioni registrano meno di 50 spettacoli annui.
Balletto
Il settore Balletto ha vissuto un anno positivo: 12.275 spettacoli (+6,8%), 2,67 milioni di spettatori (+12,7%) e una spesa di 55,1 milioni di euro (+22,5%).
La Lombardia è leader con 1.737 spettacoli (14% del totale), oltre 500.000 spettatori (19% del totale), spesa media per spettatore di 29,75 euro.
Sul piano dell’offerta si distinguono anche la Toscana, l’Emilia-Romagna e – nel Sud – la Sardegna. Il mese di giugno è stato il più dinamico (24% degli spettacoli), seguito da gennaio e febbraio, con una spesa esplosa a +328%.
Burattini e Marionette
Il comparto, con 2.832 spettacoli (+7%) e 211.214 spettatori (+3%), mostra una distribuzione fortemente legata al territorio: Sicilia: 777 spettacoli (27% del totale), Lazio: 551 spettacoli, Lombardia: 260 spettacoli.
Arte varia
Con 21.572 spettacoli (+7,4%) e 4,19 milioni di spettatori (+5,3%), l’Arte varia si conferma vivace e radicata, pur registrando un calo di spesa (-4,9%), con i grandi Carnevali in prima linea grazie ai grandi Carnevali.
Picchi di pubblico infatti si registrano a: Viareggio (Toscana), Acireale (Sicilia), Putignano (Puglia), Ivrea (Piemonte) e Larino.
Circo
Il Circo, con 16.019 spettacoli (-1,1%) e 884.640 spettatori (-5,4%), attraversa una fase di rinnovamento. Aumenta la spesa (+5,5%) e cresce la sensibilità verso forme senza animali, ispirate al circo contemporaneo.
A livello regionale Molise, Calabria e Valle d’Aosta mostrano un’alta incidenza del circo nel panorama teatrale locale. La Liguria primeggia per partecipazione media per spettacolo (93 spettatori).
Speciale Sport
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Il 2024 è stato un anno di forte vitalità per lo Sport in Italia: si sono svolti 80.303 eventi sportivi, in crescita del +4,9% rispetto al 2023, con una partecipazione complessiva di 38,1 milioni di spettatori (+3,7%). La spesa totale del pubblico ha superato gli 829 milioni di euro (+0,3%), con una spesa media per spettatore pari a 21,77 euro.
Il Calcio continua a dominare il panorama nazionale, rappresentando l’82% degli eventi, il 76% del pubblico e il 73% della spesa complessiva. Tuttavia, si evidenziano segnali di trasformazione: meno partite ma più pubblico, con una maggiore concentrazione sugli eventi di richiamo.
Accanto al calcio emergono con forza gli sport individuali (+47,5% di eventi), che hanno raggiunto 2,7 milioni di spettatori e 140,3 milioni di euro di spesa (+51,1%). Il Tennis e il Motorsport trainano il comparto, con eventi come gli Internazionali d’Italia a Roma e il Gran Premio di Formula 1 a Monza. Il settore si distingue per la spesa media più alta per spettatore: 51,73 euro, oltre il doppio della media nazionale.
Anche gli altri sport di squadra (Basket, Volley, Rugby) mostrano segnali positivi: pur con un calo dell’1% nel numero di eventi, aumentano sia gli spettatori (+11,7%) che la spesa (+13,5%), grazie alla strategia di puntare su eventi di maggiore richiamo. Tra questi spiccano i test match internazionali di Rugby, come Italia-All Blacks allo Juventus Stadium.
La Lombardia si conferma locomotiva dello sport italiano: prima per numero di eventi, spettatori e spesa. Segue il Lazio, che primeggia per affluenza media agli eventi, grazie anche ai grandi appuntamenti di tennis e atletica. Al Sud, nonostante minori volumi, il calcio rappresenta fino al 99% della spesa sportiva in regioni come Calabria e Campania.