03 gennaio 2024

Fino a domenica al teatro Off/Off "Una vita nel teatro" di Mamet

Duccio Camerini dirige e interpreta il testo del grande drammaturgo americano in una produzione a cura di Teatro Vascello - La Fabbrica dell’Attore in collaborazione con SIAE
Una vita nel teatro di Mamet, regia di Duccio Camerini

Una vita nel teatro di Mamet, regia di Duccio Camerini

Parte oggi la stagione 2024 dell’OFF/OFF Theatre di via Giulia. A inaugurarla Duccio Camerini, regista e interprete di “Una vita nel teatro", del drammaturgo americano David Mamet in una produzione a cura di Teatro Vascello - La Fabbrica dell’Attore in collaborazione con SIAE.

Con Camerini sul palco Edoardo Sani, Marcello La Bella e Lorenzo Rossi, che - sulle musiche di Paolo Vivaldi - replicheranno fino a domenica un testo che racconta una educazione teatrale che non è così lontana da quella sentimentale, e che pone a confronto due generazioni, incarnate da un attore giovane all’inizio del suo percorso e da un attore maturo vicino alla pensione.

Nelle note di regia, Camerini pone la domanda: “Che cos'è un attore? A che serve un attore? È talento o bugia? Un artista, uno sciamano, o banalmente un intrattenitore, un istrione? Inspiration o transpiration? Come fa un attore ad entrare nel personaggio? Ma si entra davvero? E si esce, qualche volta? C'è un metodo, o è un trucco da quattro soldi? Ma poi: Una vita nel teatro di Mamet davvero parla di teatro? A volte sembra una pièce infastidita dalla grettezza dell'ambiente teatrale. Forse è una commedia contro il teatro?”.

E offre la sua risposta: “Io credo che sia soprattutto la storia di un'amicizia tra due colleghi, che si conoscono sul lavoro. Due esseri umani un po’ ridicoli, con qualche certezza e parecchie incertezze. Potrebbero essere due impiegati o due chirurghi, Mamet sceglie di raccontare due attori, categoria umana che ovviamente conosce a menadito (sognava di diventarlo, prima di scoprire che aveva più talento per la scrittura). Ma davvero il mestiere dell'attore, e in generale quello del teatro, sono assimilabili agli altri, a qualsiasi altro mestiere? È una domanda che il testo si pone, senza dare risposte, mentre ci fa conoscere i suoi protagonisti, le loro nevrosi, i puntigli, le paure... Strano mestiere quello dell'attore. Forse è vero che gli attori fingono. Fingono di non somigliare ai personaggi che interpretano”.

Al pubblico il piacere di trovare la propria.

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