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Bias, Nicolas Biasin, e BRAIL, Iacopo Sinigaglia, sono tra gli autori de Il bene nel male portata sul palco dell’Ariston da Madame. Entrambi producer e compositori, con all’attivo interessanti collaborazioni con nomi come gIANMARIA, sangiovanni e la stessa Madame (Bias), Alessandro Mannarino, Ariete, Aiello e Psicologi (BRAIL), si sono incontrati per la prima volta in Toscana in una session insieme con Francesca Calearo. L’obiettivo? Scrivere una canzone che avesse un messaggio forte e autentico: da quel momento è nata un’alchimia creativa foriera di successo nella musica italiana. Abbiamo fatto una chiacchierata con loro, ecco cosa ci hanno raccontato.
È accaduto tutto in un casale in Toscana. Siamo stati lì per tre di giorni: il primo è stato conoscitivo, dal secondo ci siamo dedicati all’ascolto delle prime bozze e unendo le idee è arrivata Il bene nel male. Quando abbiamo composto il brano non ne immaginavamo la destinazione sanremese: è una canzone che risente molto delle atmosfere dei club e dell’elettronica. Non era scontato che partecipasse alla kermesse, ma soprattutto che avesse una risposta così dal pubblico. Siamo super soddisfatti di come sia andato e di come stia andando Il bene nel male!
Abbiamo fatto un brindisi tra di noi appena ci siamo conosciuti di persona. Ci siamo detti: “Al di là di come andrà la canzone, festeggiamo il nostro incontro”, se vogliamo era una sorta di scaramanzia dell’anti-scaramanzia, anche perché per fare musica sincera, autentica, che risponda a un’urgenza creativa è meglio non avere aspettative o comunque non pensare alle logiche commerciali. Cioè, è più importante dire: “Proviamo a fare una bella canzone!” che: “Mettiamoci a tavolino e tiriamo fuori una hit”. Noi non ragioniamo sui numeri. Vogliamo fare bella musica, vogliamo divertirci e sperimentare costantemente cose nuove per migliorarci sempre.
Sapere la destinazione di un brano sicuramente influisce sul processo creativo. Prendiamo Sanremo: sapere che una canzone è destinata al palco dell’Ariston, è un’informazione che orienta la sessione di scrittura e di produzione, di conseguenza l’autenticità e la libertà creativa ne risentono. Allo stesso tempo, le stesse “destinazioni” spesso insegnano che alcune canzoni che non sono propriamente in linea con quel contesto poi hanno più successo. È un ragionamento che va in senso inverso: e sempre Sanremo è l’esempio anche per questa seconda lettura.
Sicuramente deve esserci un’alchimia basata sugli stessi gusti musicali, ma soprattutto sullo stesso background musicale, perché è la base di partenza per trovare poi una linea comune nella quale far confluire le idee, anche se diverse. Per quanto ci riguarda, l’uno diventa l’altro e viceversa: in termini di scelte stilistiche e creative è come se ci fosse una sola persona! Se c’è sintonia nasce una connessione così forte con tutte le persone in studio che fa creare qualcosa di speciale. È un’onda di energia. Ci è capitato, singolarmente, di non trovarci d’accordo con altre persone con le quali abbiamo lavorato: in quei casi è stato molto più difficile portare a termine il processo creativo.
Stiamo delineando una nostra cifra stilistica comune, che se vogliamo è già nata con la canzone Il bene nel male. Continueremo a lavorare anche singolarmente, ma ci piace l’idea di un sound unico che ci identifichi nelle produzioni che facciamo insieme.
Vuol dire lavorare per un grandissimo sogno. È l’unica cosa che avremmo potuto fare per essere felici.
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