Rebuilding Europe with Culture
GESAC – il Gruppo Europeo delle Società di Autori e Compositori, di cui SIAE fa parte, ha lanciato oggi la campagna online “Rebuilding Europe with Culture” (#RebuildingEurope), con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decision maker sul ruolo della cultura nel contesto dell’economia europea, e di assicurarle un ruolo di primo piano nell’implementazione delle politiche di ripresa in tutta Europa.
La campagna prende le mosse dai risultati dello studio Rebuilding Europe: the cultural and creative economy before and after COVID-19, pubblicato nel gennaio 2021. L’analisi, realizzata da Ernst & Young, aveva messo in evidenza la vivacità dell’economia culturale e creativa europea prima della pandemia assieme ai devastanti effetti delle misure restrittive a seguito dell’emergenza sanitaria.
Considerato il contributo cruciale delle industrie culturali e creative all’intera economia europea, e il potenziale che esse hanno per risollevare l’UE dalla crisi, lo studio arrivava alla conclusione che il settore dovrebbe essere centrale negli sforzi di ripresa dell’Europa e raccomandava un approccio in tre direzioni: “finanziamento, potenziamento, valorizzazione”. Il report suggeriva inoltre un massiccio finanziamento pubblico e la promozione dell’investimento privato, un quadro legale solido che crei le condizioni necessarie a rivitalizzare l’economia creativa e salvaguardare la sua crescita a lungo termine e di fare leva sulla capacità delle ICC e dei talenti creativi individuali per stimolare il progresso sociale.
La campagna di GESAC, che chiama all’azione cittadini, artisti e autori, rappresentanti del mondo della cultura e le istituzioni, culminerà con la conferenza di mercoledì 8 dicembre nella sede della Commissione Europea a Bruxelles con la partecipazione di personalità politiche di alto profilo, tra cui il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli la Commissaria Mariya Gabriel.
Un’occasione, quella dell’8 dicembre, per riflettere sul ruolo della cultura nei piani di ripresa e resilienza in Europa, e sull’importanza strategica del settore nel futuro dei 27 Paesi e dell’intera area economica.
L’evento è disponibile anche online: registrati per partecipare.
Gli highlights dello studio “Rebuilding Europe”
Nel 2019, le ICC (Industrie Culturali e Creative) rappresentavano il 4,4% del PIL dell’UE in termini di volume d’affari, con incassi annui di 643 miliardi di euro e un valore totale aggiunto pari a 253 miliardi di euro. Le ICC erano anche uno dei settori con più posti di lavoro in Europa: impiegavano più di 7,6 milioni di persone, un numero 8 volte superiore rispetto a quello del settore delle telecomunicazioni.
Con un tasso annuale del +2,6% dal 2013, le ICC crescevano molto più velocemente della media UE (+2%) riportando un surplus nella bilancia commerciale per i beni culturali pari a 8,6 miliardi di euro (secondo le ultime cifre disponibili), a riprova del ruolo centrale dell’Europa come potenza culturale nell’economia mondiale. Il settore inoltre presentava uno scenario favorevole anche in termini di innovazione tecnologica, diversità di genere e impiego dei più giovani.
Con l’emergenza Covid-19, secondo lo studio le ICC hanno subito un impatto persino peggiore dell’industria del turismo, e solo di poco inferiore al danno subito dall’industria del trasporto aereo. Le ICC hanno registrato perdite per oltre il 30% del loro volume di affari nel 2020 – una perdita aggregata di 199 miliardi di euro – con la musica e le arti dello spettacolo che hanno riportato una contrazione pari, rispettivamente, al 75% e al 90%.