17 febbraio 2023

Ci lascia Maurizio Scaparro, regista visionario

Seppe coniugare in una visione poetica e lungimirante la storia e il futuro della cultura italiana raccontandoli a teatro
Maurizio Scaparro e Massimo Ranieri

Maurizio Scaparro e Massimo Ranieri

Questa mattina, dalla sua casa al Pantheon, Maurizio Scaparro ha dato il suo ultimo saluto a Roma.

Scaparro non era solo un regista, non era solo un organizzatore di eventi e non era solo un direttore artistico.

Era un uomo che sapeva coniugare in una visione unitaria tutto quello che fa grande la cultura italiana, dall’attenzione per il contemporaneo alla valorizzazione di un passato ingombrante e unico, dalla cura per i rapporti – sia umani che istituzionali – all’amore per i suoi attori, le scenografie, le musiche e le tematiche scelte. 

Dalla voglia di cimentarsi in tutti i linguaggi, non solo quelli dell’internazionalità ma (tra i primi in Italia) anche in quelli della multimedialità, alla capacità di declinare la sua immensa cultura dando nuova vita a un Carnevale magico come quello di Venezia (fu direttore della Biennale Teatro dal 1979 al 1982 e dal 2006 al 2009) e allo stesso tempo di puntare i riflettori sul Mediterraneo, su ciò che ci unisce e ciò che ci divide, di spaziare da Goldoni a Kafka. 

Iscritto nella sezione DOR di SIAE da 40 anni, è stato direttore di teatri importanti come il Teatro Argentina che domenica ospiterà la camera ardente (l’apertura al pubblico è prevista dalle ore 9.00 alle 14.00, con accesso libero a tutta la cittadinanza) e come il Teatro Eliseo, aveva impresso la sua cifra inconfondibile anche a Parigi e in altre città italiane, collaboratore attento, puntuale e sincero dei maggiori esponenti del teatro italiano.

Era amato da tutti, dal pubblico, dalla critica, da un team di lavoro che negli anni si è arricchito di persone come Nicola Piovani, Emanuele Luzzati, Roberto Francia, dei suoi collaboratori fedeli e di tutti coloro che hanno incarnato la sua idea di Attore: da Massimo Ranieri a Pino Micol al grande Giorgio Albertazzi, che con Scaparro ha dato vita a uno dei capolavori del Teatro Italiano: quelle” Memorie di Adriano” che negli anni hanno accompagnato regista e interprete trasformandosi con loro.

Aveva compiuto 90 anni lo scorso settembre, ma era sempre pronto per altre avventure: lo scorso novembre era impegnato con il debutto al Teatro Nuovo di Napoli di un capolavoro di Ionesco: “Il re muore”.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

    Leggi anche