03 settembre 2019

Bellocchio premiato dalla SIAE alle Giornate degli Autori: "Ho voluto essere ribelle e anarchico, ma mai violento"

Bellocchio premiato a Venezia, riceve il Premio SIAE nel quadro delle Giornate degli Autori.
Le notizie della Società Italiana degli Autori ed Editori

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(Michele Anselmi) Un Marco Bellocchio sorridente e di ottimo umore, anche più loquace del solito, ha ricevuto ieri, 2 settembre, il Premio Siae, nel quadro delle Giornate veneziane degli autori. La targa consisteva in una copia metallica del primo “deposito” Siae effettuato dal regista piacentino, nell’ormai lontano 22 febbraio 1967: la sceneggiatura di “I pugni in tasca”, il folgorante esordio nel cinema di quasi due anni prima.

Recita la motivazione: «Con questo riconoscimento la Società Italiana degli Autori ed Editori saluta, all'indomani dell'unanime consenso per il suo nuovo film “Il traditore”, Marco Bellocchio, figura unica di regista, intellettuale e organizzatore culturale, uomo di cinema che ha sempre saputo connotare con una cifra originale e personale la sua arte. Il suo lavoro riflette un pensiero di respiro internazionale erede di una riflessione politica e storica che ha radici nella migliore cultura italiana.

Ribelle lucido e osservatore critico, viaggiatore curioso e testimone del suo tempo, Bellocchio sa coniugare l'analisi introspettiva di sé con quella di una nazione, senza fare sconti all'individuo e alla società civile, ma indicando una consapevolezza che contrasta, ieri come oggi, ogni tipo di conformismo. Il riconoscimento gli viene assegnato in un anno importante della sua carriera segnato dal completamento di una trilogia di storia italiana che ha già regalato capolavori come “Buongiorno notte” e “Vincere”. Ma il premio segnala anche il suo impegno costante a difesa dei diritti di tutti gli autori”.

Il cineasta, oggi a passo dai suoi 80 anni, ha risposto così: «Sono ovviamente contento per il Premio, non sollecitato e spero meritato. È vero, ho cercato di non essere mai un conformista e anche un ribelle e anarchico, ma mai violento. Spero di difendere finché potrò questi principi. Grazie».

È seguito un franco dibattito col pubblico pilotato da Giorgio Gosetti e Andrea Purgatori, una sorta di “masterclass” sul tema “del tradimento nella tradizione storica e cinematografica italiana”. Bellocchio è naturalmente partito dal successo anche commerciale, quasi 5 milioni di euro, del suo bel film “Il traditore”, per poi allargare la chiacchierata ad altri argomenti: il terrorismo “rosso”, la militanza politica, i nuovi progetti legati a una serie tv su Moro, le novità del cinema italiano, il suo sentirsi, per scherzo, un po’ “senatore”.

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