02 novembre 2023

Martina Di Nardo: "Mi piace curare ogni aspetto creativo della mia musica"

La 27enne vincitrice di Genova per Voi e del Premio SIAE Miglior Autrice si racconta. Dall'adolescenza al contratto con la Universal Music Publishing Ricordi, passando per l'America
Martina Di Nardo

Martina Di Nardo

Podio tutto femminile per la decima edizione di “Genova per Voi”, il talent per autori di canzoni ideato e diretto da Gian Piero Alloisio e Franco Zanetti.

Ha vinto Martina Di Nardo, 27 anni di Parete (Caserta), che firmerà un contratto come autrice con Universal Music Publishing Ricordi. A lei è andata anche la Targa SIAE “alla migliore autrice”. A Genova ha portato due canzoni, che sembrano già solo nel titolo dire molto di lei: “Occhi stanchi” e “Solo io e me”.

Ha raccontato di aver iniziato a scrivere canzoni giovanissima, usando la scrittura come valvola di sfogo. Quanto è importante l’adolescenza nella formazione di un autore?

L’adolescenza è super importante per la formazione di un autore, come per la formazione di una persona in generale. In quel periodo mi sono resa conto di quanto la mia sensibilità giocasse un ruolo fondamentale nel mio modo di essere. Ho iniziato a scrivere testi verso gli 11-12 anni. In quel periodo ho iniziato ad avere dei problemi nell’addormentarmi la notte, perché mi ponevo tante domande sul mondo che mi circondava, sulle persone, sul perché delle cose. Avevo tanti pensieri che mi giravano in testa e l’unico modo che avevo per rilassarmi era quello di cercare di trascrivere questi pensieri in frasi, poesie, che scrivevo in un quaderno. 

Quali autori ascoltava e a quali si è ispirata?

Da piccola ascoltavo soprattutto musica americana. Mi piacevano molto le band emo/alternative come i The Used, My Chemical Romance, Linkin Park, Simple Plan, Sum 41. Gli unici artisti italiani che ascoltavo erano Tiziano Ferro e gli 883.

Definisce la sua musica “un sound che ha sfumature indie, lo-fi e bedroom pop”. Come spiegherebbe queste sfumature a chi non conosce tutte le parole della musica contemporanea?

Per me l’indie, lo-fi e il bedroom pop in poche parole possono essere descritti come “musica che fai in cameretta” con microfoni e strumentazione di seconda mano. È musica nata per la sola forte necessità di creare e non necessariamente per avere un prodotto finale pulito da poter vendere al mercato.

Ha vissuto in America per 4 anni, frequentando il Los Angeles City College e ottenendo un Associate Degree in musica. Ci racconta qualcosa della sua esperienza americana e del perché ha deciso di tornare in Italia?

Vorrei poter dire tante cose belle della mia esperienza in America, ma in realtà è stato il periodo più difficile della mia vita. Ero in un “luogo mentale” veramente buio e non penso dipendesse tanto dal luogo in un cui mi trovavo, è stato semplicemente un periodo della mia vita in cui, ovunque io mi trovassi, non stavo bene. Sono stati 4 anni veramente duri in cui ho dovuto affrontare tanti problemi che avevo con me stessa e che di conseguenza avevo col mondo esterno. Ad oggi però posso dire che vivere quell’esperienza è stata la cosa migliore che mi potesse capitare, perché una volta che riesci ad affrontare e superare un periodo del genere, ti senti invincibile. Ora sento di poter affrontare di tutto. È stato di sicuro un percorso formativo. Uscita da quel periodo buio mi sono resa conta che l’America era un bel posto, dove sarei potuta sicuramente ritornare, ma qualcosa mi ha detto che era ora di tornare in Italia. 

Scrive testi in italiano, in inglese o in entrambe le lingue?

Le poesie che scrivevo sul mio quaderno erano in italiano. Le prime canzoni vere e proprie, che ho scritto dai 14 ai 19 anni, erano in inglese. Dai 20 ai 24 ho scritto sia in inglese che in italiano e oggi scrivo principalmente in italiano.

Nel suo curriculum c’è anche una qualifica professionale di tecnico del suono. Come mai ha deciso di completare la tua figura di musicista con questo corso? 

A essere sincera ho deciso di frequentare il corso di tecnico del suono principalmente per conoscere altre persone della mia città che facessero musica. Penso che in questo campo sia molto importante circondarsi di persone che ti stimolano. In ogni caso a me piace curare ogni aspetto creativo della mia musica. Infatti registro, produco, mixo e masterizzo la maggior parte delle mie canzoni. 

Cosa ha significato vincere Genova per Voi e vincere il Premio SIAE come migliore autrice?

È stato un abbraccio caloroso dopo tante porte sbattute in faccia. Mi sono sentita ascoltata e mi ha dato tanta motivazione nel continuare a percorrere la strada che sto percorrendo ormai da anni. 

Il suo prossimo impegno musicale?

Al momento continuo a lavorare sul mio progetto da artista, continuo a lavorare sulla mia musica da sola e in collaborazione con altri artisti e produttori. Ho da poco rilasciato il mio ultimo singolo “Lontani”, e ho tante nuove canzoni pronte per essere rilasciate. Sono anche pronta per scrivere per altri artisti, non appena ne avrò la possibilità!

Il (suo) brano a cui è più affezionata e quello che ha ascoltato di più nella vita?

Il mio brano a cui sono più affezionata è “Occhi stanchi”, il brano che ho ascoltato di più nella vita è “Wait” degli M83.

Il sogno?

Riuscire a vivere di musica.

 

(La foto è di Ivan Mazzone)

 

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